Con sentenza del 13/01/2011 n.662, la Corte di Cassazione ha stabilito che anche il socio di societa’ e’ perseguibile, a titolo di concorso, per l’utilizzo di compensazione di crediti IVA inesistenti oltre il limite di 500.000 euro, ai sensi di quanto disposto dal D.Lgs. n.74/2000. Nella sentenza in oggetto, sono stati contestati all’amministratore e al socio di una societa’ i reati di indebita compensazione e di occultamento di scritture contabili. Rigettando la tesi difensiva, la Suprema Corte ha chiarito che per tali delitti e’ imputabile l’amministratore, quale firmatario della dichiarazione infedele, ma e’ anche ammissibile il reato di concorso per il socio, che nel caso specifico aveva occultato le scritture contabili.