Indizi e presunzioni univoci e concludenti sono possono essere ritenuti sufficienti a dimostrare l’elusione, anche quando quest’ultima viene concretizzata senza ricorrere a sotterfugi o simulazioni negoziali. Il dato che rileva è l’aver raggiunto un indebito vantaggio, nella fattispecie l’aver realizzato di fatto un risparmio di imposta. Lo chiarisce la Suprema Corte (sentenza n.449 del 10/01/2013), chiamata a pronunciarsi su una sequenza donazione-vendita con relativa plusvalenza.