Esistono quattro tipologie di interpello: quello ordinario consente a ogni contribuente di chiedere un parere riguardo un caso concreto e personale al quale applicare una norma tributaria di incerta interpretazione; sulle società estere controllate (Cfc), utile al soggetto residente di dimostrare preventivamente la sussistenza dei presupposti per ottenere la disapplicazione della normativa sulle imprese estere partecipate, relativamente a ciascuna controllata estera; l’antielusivo che consente di acquisire un parere favorevole su diverse operazioni e sulla classificazione di spese alle quali si riferiscono le disposizioni antielusive; infine quello disapplicativo che consente di dimostrare che, per determinate operazioni, non sussistono gli elementi di elusività contrastati da specifiche norme dell’ordinamento tributario, delle quali si chiede pertanto la disapplicazione. L’interpello ordinario si consegna a mano o a mezzo raccomandata a.r. all’Agenzia delle Entrate competente per territorio; l’interpello Cfc si consegna a mano o a mezzo raccomandata a.r. all’Agenzia delle Entrate – Direzione centrale normativa tramite invio alla competente Direzione regionale; l’interpello antielusivo si spedisce a mezzo raccomandata a.r. alla Direzione centrale normativa tramite invio alla competente Direzione regionale; l’interpello disapplicativo si spedisce a mezzo raccomandata a.r. alla Direzione regionale competente per territorio tramite invio alla competente Direzione provinciale. I soggetti di rilevanti dimensioni, con volume d’affari o ricavi non inferiori a 100 milioni di euro, devono in ogni caso rivolgere l’istanza all’Agenzia delle Entrate – Direzione centrale normativa tramite invio alla competente Direzione regionale, la quale comunica il proprio parere alla Direzione centrale normativa, che a sua volta risponde all’ istante.