Con la circolare n. 31/E del 24 settembre 2013, l’Agenzia delle Entrate ha fornisce chiarimenti in merito a come, in presenza di un errore nella contabilizzazione di un costo e/o di un ricavo nel corretto esercizio di competenza, sia possibile recuperare alla mancata deduzione e/o tassazione fiscale del componente reddituale. Nel caso in cui un costo non è stato contabilizzato nel corretto esercizio di competenza (e, quindi non dedotto fiscalmente) e venga rilevato in un periodo d’imposta successivo, il contribuente può recuperare la mancata deduzione fiscale presentando una dichiarazione integrativa a favore per correggere l’annualità in cui c’è stata l’omessa imputazione. Nel caso in cui un ricavo non è stato contabilizzato nel corretto esercizio di competenza (e, quindi non tassato fiscalmente) e venga rilevato in un periodo d’imposta successivo, il contribuente deve recuperare la mancata tassazione fiscale presentando una dichiarazione integrativa a sfavore per correggere l’annualità in cui c’è stata l’omessa imputazione. Nel caso in cui, per più errori, non sono stati contabilizzati nel corretto esercizio di competenza sia componenti negativi sia componenti positivi, occorre verificare se il risultato sia o meno complessivamente a favore del contribuente e poi procedere alla deduzione o alla tassazione, secondo le modalità già viste per il recupero dei costi e per la tassazione dei ricavi. Infine, nell’ipotesi in cui il costo non è stato contabilizzato nel corretto esercizio di competenza e, quando, rilevato in bilancio per correggere l’errore, è stato dedotto dal reddito d’impresa, si dovrà eliminare gli effetti dell’erronea imputazione, prima di procedere al recupero corretto del costo. Il costo dedotto dovrà essere “restituito”, presentando dichiarazione integrativa a sfavore e versando le maggiori imposte eventualmente dovute per l’anno.