La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19755 del 19 settembre 2014, si è espressa in ordine la corretta tenuta del libro corrispettivi. L’articolo 2219 del c.c. prescrive che “tutte le scritture devono essere tenute secondo le norme di un’ordinata contabilità, senza spazi in bianco, senza interlinee e senza trasporti in margine” e che “non vi si possono fare abrasioni e, se è necessaria qualche cancellazione, questa deve eseguirsi in modo che le parole cancellate siano leggibili”. Le piccole correzioni sulla contabilità giustificano l’accertamento induttivo. Il giudizio si è reso necessario dopo che una verifica fiscale aveva evidenziato varie irregolarità contabili, in particolare la presenza di abrasioni nel registro dei corrispettivi, una sproporzione tra rimanenze finali e rimanenze iniziali e versamenti bancari ingiustificati.