Le anomalie derivanti da fatture elettroniche o corrispettivi tardivi, segnalate dall’Agenzia delle entrate, possono rientrare nelle regolarizzazioni previste dalla “tregua fiscale”. La prima cosa che deve fare un contribuente, in caso riceva una segnalazione di anomalia, è fornire eventuali elementi, fatti e circostanze non conosciuti dall’amministrazione, in grado di giustificare la presunta anomalia. Se il contribuente ritiene che l’anomalia segnalata sia corretta, può regolarizzare la propria posizione versando, entro il 31 marzo 2023, una somma pari a 200 euro per il periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni, se le stesse non hanno inciso sulla corretta determinazione e liquidazione del tributo o versando, entro la stessa data, un diciottesimo delle sanzioni ordinariamente previste per la mancata o tardiva emissione della fattura e per l’omessa o tardiva trasmissione dei corrispettivi giornalieri, se le violazioni hanno invece inciso sulla dichiarazione annuale. In alternativa, lo stesso può sempre regolarizzare la sua posizione mediante il ravvedimento operoso (articolo 13 del Dl n.472/1997), beneficiando della riduzione delle sanzioni in ragione del tempo trascorso dalla commissione della violazione.