LA RESPONSABILITA’ DELL’AVVOCATO, SE SBAGLIA PAGA!

Maggio 13th, 2024 by Amministratore

LA RESPONSABILITA’ DELL’AVVOCATO E’ DIVERSA DA QUELLA DEGLI ALTRI PROFESSIONISTI, PER ESEMPIO DEL MEDICO O LE REGOLE SONO SIMILI?

E’ una domanda che spesso si pongono non solo i clienti ma anche gli stessi avvocati e gli altri professionisti, perché si crede a torto che l’avvocato risponda solo raramente dei suoi errori.

I medici spesso si sentono vittime di regole ed attenzioni eccessive, e accusano il sistema di averli trasformati in vittime al contrario di quanto succeda ad altri professionisti.

Ma non è così!

LE REGOLE DELLA RESPONSABILITA’ DELL’AVVOCATO SONO LE STESSE CHE SI APPLICANO ALLA RESPONSABILITA’ DEI MEDICI!

Se l’avvocato sbaglia, paga, sia dovendo per esempio restituire il denaro già ricevuto dal proprio cliente sia perdendo il diritto di riceverne ancora sia, infine, dovendo risarcire i maggiori danni che il suo cliente abbia subito a causa dell’errore.

Spesso, anche per l’avvocato, si continua a raccontare una favola: quella delle obbligazioni di mezzi secondo la quale un avvocato non è tenuto ad un risultato (vincere la casa) ma solo a fare del proprio meglio. Si è quindi spesso sostenuto che perdere la causa non significhi, automaticamente, avere responsabilità e questo è certamente vero, ma fino ad un certo punto: se l’avvocato commette l’errore di garantire un risultato, quando invece il risultato non sia automatico, risponde anche del risultato che non ha ottenuto pur senza aver commesso un errore. Vale anche per il chirurgo estetico che prometta di eliminare una cicatrice e poi non riesca a farlo anche se l’insuccesso non dipenda da un suo errore.

Insomma si potrebbe dire, per semplificare, che nessuno può essere preso in giro con promesse vane e chi le fa paga anche se il mancato risultato non dipenda da un suo errore.

Se invece non si tratta di aver fatto una promessa vana, per chiedere il risarcimento al proprio avvocato è necessario indicare quale sia stato il risultato negativo (per esempio aver perso la causa), individuare un nesso di causa, un collegamento, tra l’errore che l’avvocato ha commesso e il risultato negativo, e quindi spetterà all’avvocato dimostrare che il suo errore, se commesso veramente, non ha determinato la perdita della causa. Se non riuscirà a dimostrarlo dovrà pagare, come succede al medico.

L’AVVOCATO DEVE POI INFORMARE IL CLIENTE

L’informazione corretta deve essere continua:

  • deve essere utile al cliente per decidere se seguire il consiglio che l’avvocato gli ha dato (per esempio fare una causa);
  • deve continuare durante, per esempio, la causa, per consentire al cliente di comprendere che cosa stia accadendo;
  • deve proseguire sino all’esaurimento dell’incarico, anche se non completato, per consentire al cliente di sapere che cosa deve fare.

Se l’avvocato non informa e priva il cliente della possibilità di autodeterminarsi consapevolmente è responsabile e può essere oggetto di una richiesta danni se un danno si è prodotto.

Come vedete, quindi, i professionisti in genere, e non solo i medici, sono sottoposti alle stesse regole, anche se è vero che l’errore medico, incidendo sulla salute, rende più frequente la richiesta di risarcimento di quanto non accada per l’errore dell’avvocato. Ma l’aria sta cambiando e la maggior consapevolezza delle persone rispetto ai loro diritti sta già comportando un aumento di controversie legate alla responsabilità dell’avvocato, ed è giusto sia così perché l’errore, se causa un danno, merita di essere coltivato.