Il decreto liberalizzazioni ha portato per il settore professionale importanti novità. Prima fra tutte l’abolizione delle tariffe, tranne nel caso di liquidazione giudiziale del compenso, almeno in attesa del decreto ministeriale che stabilirà i parametri di riferimento, e poi il preventivo di massima. Con il preventivo di massima viene informato il cliente della misura del compenso, adeguato all’importanza dell’opera professionale prestata indicando, per le singole prestazioni, tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi. Rispetto alla prima formulazione del decreto, non è obbligatoria la forma scritta. Tuttavia, il CNDCEC, con una lettera indirizzata ai vertici degli Ordini locali, invita i dottori commercialisti a usare sempre la forma scritta, sia per redigere il preventivo, sia per pattuire il compenso, sulla stessa linea il Consiglio Nazionale Forense. La forma scritta è sempre consigliabile per le prestazioni professionali particolarmente complesse, diverso è il caso delle prestazioni semplici, quali, per esempio, i colloqui che forniscono consulenza, dove può bastare la forma verbale.