Per scovare gli “evasori” si passa al setaccio degli affitti brevi tramite i dati catastali. E’ stato approvato il decreto che recepisce la direttiva Ue 2021/514 (Dac7). Le piattaforme web devono comunicare alle autorità fiscali degli stati membri, oltre a quelli relativi alla vendita di beni online, di servizi, di noleggio di mezzi di trasporto, anche i redditi derivanti da affitti brevi, Aribnb, Booking.com. Dovrà essere comunicato l’indirizzo di ogni proprietà inserzionata e se disponibile, il relativo numero di iscrizione al registro catastale o l’identificativo equivalente previsto dal diritto nazionale dello stato membro in cui è situata la proprietà, oltre al numero di giorni di locazione, il tipo di proprietà inserzionata, il corrispettivo totale versato o accreditato nel corso di ogni trimestre dell’anno e il numero di attività pertinenti prestate in riferimento a ciascuna proprietà inserzionata, insieme a eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dal gestore di piattaforma. La prima comunicazione dei dati dovrà avvenire entro il 31 gennaio 2024.