Il Fisco preme per l’adesione al concordato preventivo biennale (CPB); “arma vincente” è incutere la paura dei controlli in caso di non adesione. Si precisa che nei confronti dei contribuenti che non aderiscono alla proposta o che ne decadono, sarà intensificata l’attività di controllo dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, che non si concretizzerà (necessariamente) con un accertamento vero e proprio, ma con l’inserimento in liste “nere” da cui attingere per verificare. L’attività di controllo potrà avvalersi di tutti i dati e tutte le informazioni contenuti nelle banche dati disponibili, anche tramite interconnessione con quelle di archivi e registri pubblici, ivi incluse quelle contenute nell’anagrafe dei conti finanziari. I contribuenti ISA che aderiscono al concordato preventivo biennale possono accedere al ravvedimento previsto dall’articolo 02-quater dell’Omnibus per le annualità comprese tra il 2018 e il 2022.