La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12503 del 22 maggio 2013, ha affermato che i costi derivanti da fatture soggettivamente inesistenti sono deducibili anche se il contribuente ha consapevolmente partecipato agli illeciti; nel caso il giudice è chiamato a verificarne l’effettività, l’inerenza, la competenza e la certezza.